Il Consiglio dei ministri ha approvato, su proposta del ministro Giancarlo Giorgetti, un decreto-legge per assicurare le risorse finanziarie necessarie a consentire l’ingresso del Ministero dell’economia e delle finanze nell’operazione NetCo guidata dal fondo KKR.
La NetCo deterrà, in prospettiva, il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa di telecomunicazioni attualmente posseduta da TIM, e vedrà il Mef coinvolto nel ruolo di azionista di minoranza.
“È un investimento strategico, una partecipazione finalizzata ad assicurare l’esercizio di poteri speciali, sostanzialmente la capacità di incidere in termini di strategia di sicurezza su quella che consideriamo una infrastruttura, la rete di Tlc, come decisiva per il futuro del paese”, ha dichiarato il ministro Giorgetti nel corso di una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri, dove ha sottolineato che su alcune scelte strategiche “lo Stato ci deve essere e noi ci saremo”. Il decreto prevede, infatti, un ruolo strategico del Mef nel perseguimento degli obiettivi di sviluppo e potenziamenti in materia di rilevanza strategica e sicurezza nazionale.
La struttura e le condizioni dell’operazione per l’acquisizione della quota di minoranza nella NetCo da parte del Mef sono definiti da un Dpcm, deliberato dal Cdm e che il Presidente del Consiglio dei ministri adotta su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze e del Ministro delle imprese e del made in Italy. Il dpcm autorizza il Mef ad acquisire una quota di NetCo compresa tra il 15 e il 20 per cento, con un esborso massimo di 2,2 miliardi di euro.
Le risorse assicurate dal decreto legge, derivanti da disponibilità sul cosiddetto ‘patrimonio destinato’ creato dal DL n. 34 del 2020, sono pari a 2.525 milioni di euro poiché si tratta di residui utilizzabili inerenti il suddetto patrimonio che potranno essere finalizzati alla realizzazione di operazioni attinenti società di rilievo strategico individuate con Dpcm.
