Piano strutturale di bilancio di medio termine è il documento, introdotto dalla riforma delle regole del Patto di stabilità e crescita, che l’Italia dovrà presentare alla Commissione europea entro il 20 settembre prossimo. È il primo atto formale conseguente la riattivazione dei vincoli e delle procedure del Patto di stabilità e crescita, sospesi per fronteggiare gli effetti economici della pandemia e modificati dalla riforma entrata in vigore alla fine dello scorso aprile.
Il Piano, che ha come obiettivi prioritari la definizione del percorso della spesa netta aggregata, delle riforme e degli investimenti da realizzare in un determinato periodo, dopo l’approvazione da parte del Cdm sarà sottoposto al via libera del Parlamento prima di essere inviato a Bruxelles. Una procedura scelta dall’Italia.
L’obiettivo principale del documento è la definizione di una traiettoria per il nuovo aggregato di riferimento, la spesa netta, coerente con le nuove regole e l’orizzonte stabiliti dalla Commissione per il rientro dai deficit eccessivi da realizzare attraverso un piano di rientro che ha una durata di 4 anni, estendibile fino a 7 anni nel rispetto di particolari criteri. In particolare, ci sarà naturalmente l’indicazione del deficit per l’orizzonte di programmazione indicato, ma la novità è che la variabile di riferimento per la valutazione di conformità da parte della Commissione è rappresentata dall’aggregato della spesa netta, ovvero la spesa non finanziata da nuove entrate o risorse europee, senza contare gli interessi passivi sul debito e gli effetti ciclici di particolari tipologie di spesa.
Al fine di estendere a 7 anni il rientro dai deficit eccessivi, il Piano dovrà inoltre prevedere un insieme di riforme e investimenti tali da rispondere alle difficoltà strutturali del paese e alle raccomandazioni specifiche rivolte dal Consiglio nell’ambito del Semestre europeo.
L’individuazione ex ante della traiettoria di spesa netta del Piano strutturale di medio termine richiede, pertanto, estrema attenzione nel programmare l’utilizzo delle risorse pubbliche nonché l’esigenza di attuare un efficace monitoraggio sull’effettiva dinamica dell’aggregato di spesa, in corso d’anno e per l’intera durata del Piano. Come già indicato nel Def 2024, il Piano sostituirà di fatto la prima e la terza sezione del medesimo documento. Ad eccezione della disciplina transitoria prevista per la prima presentazione del Piano, successivamente il Piano strutturale di bilancio dovrà essere presentato dal governo ogni 5 anni, entro il 30 aprile dell’ultimo anno del piano in vigore, salvo la possibilità per lo Stato membro e la Commissione di prorogare il termine, se necessario. Def e Nadef, nella veste conosciuta fino a oggi, potrebbero non essere più necessari dal prossimo anno.
Gli obiettivi programmatici pluriennali per la traiettoria di spesa netta potranno essere rivisti solamente in casi particolari (come per es. l’insediamento di un nuovo governo, condizioni oggettive che impediscono, a più di 12 mesi dalla scadenza, l’attuazione del piano stesso) e saranno oggetto di un monitoraggio annuale di cui si darà evidenza nella Relazione annuale sui progressi compiuti nell’attuazione del Piano strutturale di bilancio di medio termine che dovrà essere presentata entro il 30 aprile di ogni anno.
La riforma delle regole di bilancio europee non ha modificato la disciplina relativa al Documento programmatico di bilancio (DPB), che dovrà essere presentato all’Europa entro il 15 ottobre di ciascun anno. Il DPB, che contiene sia gli aggiornamenti delle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica, sia i principali ambiti di intervento della manovra di bilancio, dovrà garantire la compatibilità con il percorso di spesa netta indicato nel Piano strutturale di bilancio. In attesa di rivedere la normativa contabile nazionale per renderla coerente con le nuove regole di bilancio europee, la definizione e la successiva approvazione del disegno di legge di bilancio per il 2025 seguirà le procedure previste dalla legislazione vigente.